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Abbiamo tanti libri Lisa e io. Che si portano dietro le nostre età, quello che abbiamo pensato, quello che siamo stati, se ne stanno col dorso

 esposto, ne leggiamo i titoli dal letto o dal soggiorno, ne vediamo le copertine, l’arancione seminuovo di un libro recente, il bianco ingiallito

 dell’università, s’accalcano di sbieco, per dritto e per storto, a più file, a pile sugli scaffali. Siamo filosofi, Lisa e io, ci sono Kant e Sartre;

 Kierkegaard e Schopenhauer; i sonetti del Belli. “Perché non possiamo essere cristiani?” Ci chiede un libro, giusto penso io: perché? “ma

perché siamo comunisti,” risponde Lisa, mezza addormentata, sono le quattro del mattino e io magari canto l’internazionale socialista (è

così la notte, se mi sveglio mi sento solo, e canto l’internazionale socialista, avete presente: forza forza il gran partito siamo dei lavorator

…?). Oppure mio padre, che titola nella sua biografia “Che fatica vivere” e gli risponde un libro di Lisa, Hikmet, comprato chi sa quando, di

certo prima di conoscermi: “Gran bella cosa è vivere, miei cari”. Stipati stanno zitti, mi sono prefissato di leggerli tutti, tutti i libri che

abbiamo in casa, me lo sono prefisso perché è un conoscersi, uno stare insieme, che gli occhi inseguano posti e pensieri, che i libri diventino

nostri.  Se ti conosci a vent’anni ti porti pochi libri dietro, a quarantacinque molti di più. Ma insomma, gli è che non ci bastano gli scaffali per

riunirli tutti. A dire il vero non ci bastava manco la casa e infatti meditiamo di comperarne un’altra, che avrà un po’ di pareti in più, dove

mettere questo sostrato sintetico di quel che siamo stati fino ad oggi, di quel che diventiamo insieme, di quel che saremo per il resto della

vita, ricordi comuni e non, libri neutri, libri terzi, libri amici, con le briciole di un panino mangiato, con un fiore secco, una dedica, un ricordo,

condiviso o meno, non importa, siamo noi questi. Insieme. Ecco perché ci pareva meglio, coinvolgere gli amici nella costruzione di una

libreria di casa: architrave dell’identità nostra.