Il clandestino

Il 22 marzo, al Cornaredo Poesia Festival, il Clandestino esce dalle pagine di Occidente e dà forza alla sua voce.

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La fuga

Fossi clandestino
sarei sopravvissuto
L'Asia attraversata
su camion scarcassati
Nel buio vedo il bianco
che si mangia le pupille
dagli occhi dilatati
dei miei compagni in viaggio.
Avrei due cose in testa:
perché sono partito
e chi mi ha preceduto.
Sarei partito a notte
mangiando ogni rumore.
Chi parte ruba ai figli
non deve salutare
parte e basta
deve andare.
Fossi clandestino
saprei il peso di ogni passo.
"Tutto bene" mi direi
ad ogni pane masticato.
Poche informazioni
il resto è fardello.
So che le ossa in mare
non sono state pesci. 
Caccerei i miei rimpianti
tollerando solo i buoni:
un fratello già arrivato
non il figlio mai partito.
Fossi clandestino
saprei il peso di ogni passo.
"Tutto bene" mi direi
ad ogni pane masticato.
Fossi clandestino
sarei un sopravvissuto.
"E' andata bene" mi direi
ad ogni pianto di commiato.
Ammettiamo dopo tanto 
che la motovedetta
abbia cambiato rotta.
Dentro la sua scia
nuotano i fantasmi 
di chi non ce l'ha fatta.
Io sarò arrivato,
uno su un milione
la vita inizia adesso.


La madre

Se fossi madre d'un clandestino
aspetterei tra i miei silenzi
l'adolescente partito in guerra
l'aspetterei sotto ogni forma:
ritornato, forse ferito,
o crepato, magari disperso.
Se io fossi vivrei
non scolorerei
pioggia dopo pioggia
in riva al ricordo
se io fossi, esisterei!
Se fossi madre d'un clandestino
avrei una foto da guardare
per dire fiera: "è partito."
Ed ai bambini o ai genitori
direi: "Vedrete, vedrete, un giorno"
nascondendo ogni timore.
Se io fossi, vivrei
non scolorerei
pioggia dopo pioggia
in riva al ricordo
guardo scie degli aerei
in un millisecondo
potrebbero portare
a trovare chi è partito.
Se io fossi, vivrei
non scolorerei
anno dopo anno
ostaggio del ricordo
contro un cielo 
senza pietà.

Il clandestino

Sarei in Occidente
chiamato "clandestino"
l'emblema nobiliare
che t'affibbiano in Europa.
All'alba mi alzerei
dove mai sarò arrivato
ci eravamo sparpagliati
ora in giro sono solo
guardo il cielo, ringraziando.
Me lo sono conquistato
questo mio status sociale
passo passo, passo piano
clandestino occidentale.
Dovrei muovermi, capire, 
se non altro per sfamarmi
c'è la sabbia, un sole immenso,
ad abbattere i pensieri
poi mi assalgono i miei dubbi
che m'annebbiano ogni passo
c'è la sabbia tra i cespugli
sempre uguale, come ieri
ma ora sono: il clandestino.
Me lo sono conquistato
questo mio status sociale
passo passo, passo piano
clandestino occidentale
Ora cerco clandestino
di trovare il mio contatto
c'è un vecchio cui domando
che mi legge in faccia il viaggio
mi sussurrano istruzioni
ripugnanti da seguire;
ma il peggio è già passato
o ha ancora da venire?
Si conquista ad ogni passo
questo mio status sociale
passo passo, passo piano
clandestino occidentale.