Il Ghost Writer

  (E son soddisfazioni!)


“Si ho capito. Papà, sto andando, sono a Via del Corso, si tranquillo ci vado è tutto a posto. Si l’ho finito il discorso, si l’ho stampato, è pulito, si papà, me la sono messa la camicia pulita, si papà glie lo dico, si siamo amici di … non al telefono. Si d’accordo, tranquillo papà, andrà tutto benissimo.”

Attacco. Sbuffo. Sono in ritardo. Sudo. Puzzo. Scusate, scusate, sono sull’autobus, ho l’ascella pezzata e mi tengo ai sostegni e guardo l’orologio, che più lo guardo meno passa il tempo. Dicono. Ho la cravatta, la giacca e devo scendere a Montecitorio. Corro dal ministro, scusate, scusate. Sono sull’autobussino elettrico. Puzzo. Mio padre produce cessi. Ceramista, industriale, mettila come te pare: fa cessi.

Liceo classico, lettere, dottorato su Pablo Neruda. “Scrive bene”, diceva mio padre. “Scrive bene”, ma gli procurava singulti di vergogna, la parola “scrive”, la pronunciava come la parola “ebreo” dopo i campi di concentramento,si potrà dire ancora? “Scrive”, mah. Anni di discussioni, disprezzo, paghette tagliate, sfociavano lì: “Scrive bene”. Proprio non gli riusciva di trovarmi uno sbocco: No, papà, non ci voglio lavorare in fabbrica. No, non voglio manco fare marketing. No, non ci vengo a scaricare, devo studiare. No, guarda non è cosa per me. No, guarda sto preparando il concorsone. Si farò l’insegnante. Lo so che gli repelle l’idea che io faccia l’insegnante. Mio padre è un semplice, l’insegnante è uno sfigato. Iniziò a parlarne in giro “scrive bene”. Gli rispondevano con lo sguardo di chi i lager li aveva visti costruire; e non aveva avuto nulla da ridire.

Poi la svolta, gli suggeriscono: “ghost writer”. “Eccolo!”, mi telefona, “tu devi fare il gos raider, entrare in politica”. Fibrillante, aveva trovato la quadra che combinava la mia adolescenza infingarda con l’età adulta, la dignità: “Ne ho già parlato, domani vai al ministero”.

Ecco e allora tu sei laureato in lettere e filosofia, con una tesi su Pablo Neruda e un dottorato sui suoi apocrifi e sei disoccupato, hai appena fatto un concorsone, quelli oceanici, in aule oceaniche e tuo padre produce cessi e gli hai detto di no a tutto, ma questa volta, beh questa volta ti pare che ci ha beccato, almeno un pochino quel tuo padre bifolco, ci ha preso, effettivamente, insomma voglio dire, fare il ghost writer del ministro di grazia e giustizia di un governo di sinistra, un governo che hai votato tu, anche se proprio quel personaggio ti repelle. Con il celebre naso turato, ma insomma l’hai votato, beh effettivamente potrebbe essere una svolta. Insomma si, magari ti fanno scrivere quello, poi ti fanno scrivere qualcos’altro, magari per un personaggio un po’ meno abietto.

Il ministro si deve dimettere. Lo apprendo io prima dei giornali: devo scrivere il discorso delle dimissioni: Cioè IO devo scrivere un discorso per far cadere quel Governo (che ho votato). Il ministro mellifluo: “datti da fare, tuo padre è un brav’uomo”. Vomito, non lì. A casa, davanti al foglio bianco, che schifo,- era meglio fare tavole da cesso-. E lo scrivo, ma per un ministro non va.

Paranoico cerco la parola “cesso” su google,trovo la parola “abitudine”, cerco la parola “abitudine”+ Pablo Neruda.

Trovo “Ode alla vita”

e m’incazzo:

m’incazzo perché l’ho dimostrato io che quello è un apocrifo, un falso, una porcata che chi sa che critico ha pensato di attribuirgli, anzi io lo so in realtà lo so chi è stato, nome e cognome, ma all’università non me l’hanno fatto scrivere. Si perché su quel tema ho fatto il mio dottorato, e google m’ignora, continua ad attribuirlo a Pablo Neruda. Guardo glauco il pc e dico con voce teatrale:

“il link tra le tavole da cesso e Neruda è un apocrifo”, -questa mo me la scrivo-

ZAC: Cortocircuito/colpo di genio/ l’occasione di una vita: entrare nella storia:

Ecco: il discorso lo scrivo di getto, geniale, poetico, dinamico, profondo come un abisso, in una parola: da statista … tutto intorno sull’apocrifo.

Tanto tutti si fideranno ciecamente di uno che ha fatto il dottorato su Neruda, giustamente lo cita e il ministro arriverà in parlamento e farà il suo discorso da statista e verrà pure applaudito!

E poi, eh poi, bello mio, caro il mio ministro. Poi io lo firmerò l’articolo che ti sputtanerà: Cioè scriverò che quello scritto di Neruda, che il ministro ha citato per dimettersi, è un falso e già che ci sono ci metto pure chi è, nome e cognome, quello che glie l’ha attribuito a Neruda.

Eccomi Piazza Montecitorio. Sono arrivato. Puzzo. “Sì signor ministro, scusi il ritardo, scusi, eccole il discorso, sì certo, è tutto controllato, ma ci mancherebbe, sì guardi glie lo lascio.”

“Lentamente muore, chi diventa schiavo del Ghost Writer”.